Eccoci con il consueto appuntamento del lunedì con A Spasso con Galatea, la rubrica dedicata all’arte, alla cultura, alla storia e alle tradizioni della nostra Versilia, realizzata grazie a Stefania e Tessa del blog Galatea Versilia. In questa puntata ci portano alla scoperta delle ex colonie marine della Versilia.

Le colonie marine in Versilia

Qualche giorno fa su un quotidiano locale è uscito un articolo riguardante il destino della ex colonia Richard Ginori, sul viale Apua a Pietrasanta, non diventerà più una struttura alberghiera ma un centro di salute mentale.

L’aver letto questo articolo ci ha spinto ad approfondire l’argomento delle colonie marine, numerose un tempo nella nostra zona. Cosa sono, quando nascono e perchè?

Le colonie climatiche litoranee non sono una creazione del regime fascista, la politica sociale del regime si è limitata a potenziare un fenomeno che affondava le radici nell’Ottocento. Infatti è alla metà di quel secolo che medici come Giuseppe Barellai si rendono conto dell’importanza delle cure elioterapiche e dei bagni in mare per la cura della tubercolosi e di altre malattie infantili.  In

foto Galatea Versilia
foto Galatea Versilia

epoca granducale nascono i primi ospizi marini a Viareggio, e in seguito all’unità d’Italia si ha un discreto aumento: pensate che nel 1882 dei 22 ospizi marini presenti in Italia, ben 7 si trovavano in Toscana.

Era ritenuto importantissimo usufruire di queste cure, ciò trova dimostrazione negli atti della giunta comunale del comune di Pietrasanta di fine Ottocento, dove frequente è la voce “Sussidi per bagnature” con i quali si concedeva a famiglie non abbienti la possibilità di soggiornare gratuitamente nei luoghi di cura.

Col fascismo passiamo dagli ospizi, enti privati di beneficenza e carità con scopo strettamente terapeutico, alle colonie in cui alla finalità terapeutica si aggiunge quella della formazione fisica e spirituale dell’uomo nuovo del fascismo.

Negli anni Venti Viareggio è riconosciuta “stazione climatica e cura”, Forte dei Marmi lo diventa l’8 marzo 1927 con decreto del Ministero dell’Interno e di quello delle Finanze, Pietrasanta ottiene il riconoscimento il 30 giugno 1928. Nascono di riflesso diverse colonie marine sul territorio, una a Pietrasanta e cinque a Forte dei Marmi (qui esisteva già una colonia del 1924),  purtroppo oggi non più conservate.

La foto storica è un’interessante testimonianza di una colonia non più esistente, la Giuseppe Barellai-Italo Balbo. Viene costruita nel 1930 sulla foce del fiume Versilia come conseguenza del trasferimento dell’ospizio marino Vittorio Emanuele II da Viareggio (del 1861). Dalla foto non si percepisce la grandezza del complesso, che era composto da cinque fabbricati di tre piani: il padiglione centrale ospitava le cucine, la direzione sanitaria con gli uffici e la sala per gli interventi chirurgici, mentre gli altri padiglioni avevano la capienza di 350 persone ciascuno. Ovviamente sulla spiaggia c’erano tettoie  e strutture funzionali ai bagni di mare. Il complesso viene raso al suolo nel

foto Galatea Versilia
foto Galatea Versilia

luglio del ’44 dai tedeschi in ritirata. Oggi l’area rappresenta il centro del Cinquale ed è occupata da un centro commerciale e residenziale di recente  costruzione.

Il fenomeno delle colonie continua anche dopo la seconda guerra mondiale:  del 1950 è la colonia di Casalmaggiore ancora esistente sul territorio di Forte dei Marmi, e del 1960 la Colonia Richard Ginori sul viale Apua a Pietrasanta che si fa notare per le ceramiche in facciata.

La struttura appare un po’ fatiscente, qualsiasi destinazione d’uso venga stabilita da chi di competenza, noi di Galatea ci auguriamo un pieno recupero dell’immobile.

 

Tessa Nardini, Galatea Versilia

 

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